La vulnerabilità unica

di Alessandra Fermani e Morena MuziVulnerabilitaUnica

Una ricerca svolta dall’Università di Macerata e dall’’Universidad Nacional de San Luis sugli adolescenti e i giovani adottati in Italia e in Argentina .

L’adozione presenta molteplici aspetti delicati, sia sotto il profilo culturale e valoriale, sia sul versante specificamente tecnico, clinico e sociale. È una realtà complessa, in cui il valore del biologico, l’eventuale differenza etnica, la costruzione di un legame di attaccamento, le possibilità di recupero di bambini che hanno vissuto esperienze più o meno gravemente sfavorevoli, sono solo alcuni dei temi più significativi. Ciò non significa che tutti i bambini siano destinati ad avere problemi, ma nell’insieme, come gruppo, sono più a rischio, rispetto ai coetanei. In realtà, gli individui hanno modalità e risorse per affrontare l’adozione: alcuni alla fine la vivono in modo resiliente e ne sono scarsamente colpiti, altri percepiscono il fatto di essere stati adottati come stigmatizzante, minaccioso o potenzialmente dannoso.

Per tale ragione sembra importante innanzi tutto parlare più di persone che sono state adottate piuttosto che di una persona adottata, spostando l’accento da fattori prettamente disposizionali a variabili più situazionali. Di fronte a tale “vulnerabilità unica”, cioè all’insieme dei vissuti adottivi e degli aspetti individuali, non può esistere un individuo uguale all’altro. Anche se si è convissuto nello stesso istituto, con modalità similari di trattamento e di permanenza, ognuno manifesterà i propri disagi, il proprio attaccamento e la propria gioia di vivere in modo totalmente singolare (Fermani A. e Muzi M., 2014)