Con Marco Grieco, Valeria Golino, Andrea Renzi, Anita Caprioli, Rosaria De Cicco.
Drammatico, durata 100 min.
Italia 2005
Il film racconta la storia di Mario, un bambino di 8-9 anni allontanato dalla sua famiglia perché incapace di prendersi cura di lui.
La cornice della sua esperienza familiare è quella degradata di una Napoli bassa, così com’è la sua vita, improntata da solitudini ed un passato di violenze.
Viene disposto dal tribunale un affido in cui viene coinvolta una coppia medio -borghese dove la madre affidataria è presente ed addirittura troppo accondiscendente, nel timore di non fare abbastanza per poter “chiudere i buchi” lasciati aperti dal quel passato di sofferenze e poca considerazione, ed un padre quasi assente o semplicemente poco coinvolto.
Il rapporto con la famiglia affidataria è buono anche se il bambino non riesce a tagliare del tutto con la sua vita passata e quando l’assistente sociale lo trova a chiedere l’elemosina insieme ad un altro sua amico, decide di “cambiare” la famiglia affidataria ammettendo un errore di valutazione e di abbinamento rispetto alla famiglia scelta originariamente.
Questa la trama.
Ciò che si evince da questa storia è, ancora una volta, la sconfitta dei servizi sociali quando mettono in prima linea i tecnicismi burocratici piuttosto che gli aspetti psicologici di un’infanzia sofferente , la difficoltà di saper stabilire un rapporto equilibrato (della famiglia affidataria) con il bambino e le conseguenze che, inevitabilmente, ricadono sul bambino stesso.
Un racconto veritiero e realistico della situazione non sempre facile dell’affido, lo sguardo “tecnico” dei servizi, quello materno di chi si apre all’accoglienza e, non ultimo, quello altalenante tra la speranza di un futuro fatto di amore e considerazione e le corde di un passato che non si può e non si riesce ad abbandonare definitivamente.