Un film di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne.
Con Jérémie Renier, Cécile De France, Olivier Gourmet, Thomas Doret, Fabrizio Rongione.
Drammatico, durata 87 min.
Belgio, Francia, Italia 2011.
La storia personale di Cyril è poco evidente in questo film: della madre non si sa nulla essendo poco o per niente menzionata, del padre si sa semplicemente che è un uomo arido e per nulla presente nella vita del figlio. Figlio che vive in modo ribelle ed autonomo la propria infanzia nella consapevolezza dell’aridità di sentimenti in cui è permeata la sua esistenza.
Un’esistenza falsamente libera, fallacemente indipendente data da quella bicicletta che può condurlo ovunque.
In questa corsa solitaria, avviene l’incontro importante con una donna che decide di dedicarsi a lui e di fargli conoscere sentimenti ed emozioni a lui sconosciuti e forse solo agognati, quelli opposti a ciò che è abituato a sentire come quelli della rabbia, frustrazione, infelicità.
Una vicinanza psicologica, emotiva e fisica non sempre voluta e sostenuta dal bambino che vive tale situazione in perenne conflitto tra il suo mondo a lui noto e ciò che non riesce a riconoscere come veritiero ed autentico; che però sarà l’unico attracco alla sua salvezza psicologica ed emotiva.
Interessante l’esplorazione all’interno del mondo dell’infanzia; un’esplorazione priva di giudizi e moralismi, muta nel suo tentativo di fotografare una realtà emotiva più che sociale, atta a comprendere in maniera appassionata ed autentica il vissuto di quel tipo di infanzia privata del legittimo diritto di accoglimento ed amore.